Un caso emblematico di risarcimenti in ritardo da parte dello Stato
Un caso emblematico di ritardi nei risarcimenti assicurativi è quello legato all’omicidio di Rossana Jane Wade.
Era il 2 Marzo del 1991, quando una ragazza piena di sogni, di speranze e di gioia di vivere, veniva uccisa barbaramente dal suo fidanzato, Alex Maggiolini, il quale nel 1995 fu condannato per l’omicidio a 15 anni e 8 mesi con sentenza definitiva.
A 25 anni di distanza, un giudice ha decretato che Stato italiano, e in particolare il Ministero della Giustizia e la Presidenza del Consiglio, devono risarcire la madre con centomila euro a titolo di indennizzo definitivo per la scomparsa della figlia. Il fatto è che a tutt’oggi, passati 25 anni dall’omicidio di Rossana Jane Wade, la macchina della burocrazia italiana si rivela ancora fonte di risarcimenti in ritardo e mancati indennizzi, seppur stabiliti per legge.
Noi di Infortunistica Veneta abbiamo sempre proclamato che i ritardi nei risarcimenti sono una vera barbarie, specie per il fatto che, oltre a non riparare alla perdita di un familiare, suonano come un’ulteriore beffa quando gli anni passano indifferenti.
Inoltre, rimanendo sempre in questo caso specifico, la sentenza penale aveva tenuto conto anche del risarcimento civile, ma la famiglia non ha mai ottenuto nulla, in quanto l’assassino, seppur condannato, era nullatenente.
La madre della vittima, nonostante la sentenza definitiva, non l’ha mai accettata, e ha continuato a combattere per avere giustizia. E' ricorsa in appello basandosi sulla Direttiva Europea 80 del 2004, che conferisce alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno dal reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza un indennizzo equo ed adeguato. Tale direttiva si applica anche in ritardi nei risarcimenti come quello della signora, la quale a giusta ragione si è battuta per ottenere ciò che le spetta di diritto.
Bisogna anche ricordare che la Commissione Europea ha indirizzato nel 2013 un invito motivato all’ Italia, accusandola di non aver recepito i provvedimenti indispensabili per cambiare la propria legge in modo da rispettare gli obblighi previsti dalla normativa europea: infatti il sistema italiano non dispone di un regime generale per tutti i reati intenzionali violenti, abbandonando così, senza alcuna tutela, le vittime di rapine e omicidi, e accumulando ritardi nei risarcimenti dovuti.
Nel ricorso la madre di Rossana chiese 250 mila euro per i ritardi nei risarcimenti da parte dello Stato italiano, e il giudice civile Arceri di Bologna ritenne giusta la pretesa risarcitoria .Alla fine il Tribunale di Bologna ha sentenziato che la madre di Rossana dovrà essere risarcita dallo Stato italiano per l’omicidio della figlia con la somma di centomila euro ,e ha usato parole dure per i risarcimenti in ritardo che ormai sono divenuti una costante del modus operandi dei nostri governi.
E' evidente che la sentenza lascia decisamente con l’amaro in bocca: infatti giustizia è stata fatta oppure no? Secondo noi di Infortunistica Veneta no di certo. Tra ritardi nei risarcimenti e procedure farraginose ,la signora ha dovuto infatti aspettare per ben 25 anni un risarcimento che lo Stato Italiano le ha concesso solo in virtù della normativa europea.
Se volete approfondire l'argomento, potete venire nelle nostre sedi e parlare coi nostri incaricati, che vi accoglieranno in modo cortese e cordiale.