Lo strano caso di un giornalista
Nel gennaio 2013 una nostra collaboratrice ci segnalava che il conduttore di una televisione locale, durante il programma - seduto su un divano - aveva raccontato che gli era impossibile tenere la posizione eretta a causa di un grave sinistro accadutogli 16 mesi prima.
Lo stesso conduttore, appunto in trasmissione, invitava caldamente tutti i telespettatori - nel caso in cui fossero vittima di incidenti stradali - a non rivolgersi nel modo più assoluto alle infortunistiche, ma a scegliere un avvocato.
A sentire il racconto dell'episodio, spinto da un misto di rabbia e curiosità, telefonai alla rete televisiva che mandava in onda il programma, domandando chi diavolo fosse questo conduttore e chiedendo di essere richiamato.
Il giorno seguente mi chiamò direttamente l'interessato, domandandomi il motivo delle mie lamentele e della richiesta di contatto.
Gli dissi d'aver saputo che, per chissà quale motivo, stava buttando fango su una categoria di lavoratori e che, di questo, gli chiedevo conto.
Forse proprio a causa di questo approccio franco e diretto con il giornalista si creò da subito un rapporto di simpatia.
Per spiegare il suo accanimento mi spiegò che 16 mesi prima era rimasto vittima di un grave investimento e che non sarebbe bastata un’ora per raccontare il dramma che stava vivendo.
E qui si capisce in che cosa è diversa Infortunistica Veneta: il giorno dopo io e una mia collega eravamo nella sua casa di Ferrara per cercare di capire e, perché no, di aiutarlo.
L'interessato ci raccontava che - per il grave danno subito- non era più in grado di svolgere compiutamente il suo lavoro; che aveva già avuto esperienze negative con due infortunistiche (una di Bologna e una di Rimini); che ora si era affidato ad un avvocato il quale però, essendo un penalista e non un civilista, era incapace di risolvere la pratica.
Evidentemente la nostra disponibilità ad aiutarlo fu subito chiara, tanto che il giornalista - già in nostra presenza - chiamò il suo avvocato per chiedergli di condividere con noi l'incarico.
Il legale accettò di buon grado (ci disse poi che quel giorno si era sentito sollevato perché navigava in acque che non conosceva) e subito prendemmo il toro per le corna: dovevamo recuperare tutto il tempo perduto e rimediare agli errori commessi da chi ci aveva preceduto.
Nel giro di pochi giorni producemmo una perizia cinematica (mai fatta prima) ed incaricammo un medico legale di rivalutare il danno, perché le conclusioni precedenti non ci parevano completamente centrate.
Saltiamo come sempre i passaggi intermedi: nel giro di sette mesi siamo riusciti a definire il danno (per ragioni di privacy abbiamo volutamente omesso di citare diverse problematiche presenti nel caso in questione) con ottima soddisfazione da parte di tutti.
Il giornalista, da parte sua, per gratitudine e per riconoscere il suo errore nel consigliare agli spettatori di non rivolgersi alle infortunistiche, ci ha invitato in trasmissione per intervistarci e per rendere pubblicamente omaggio alla nostra struttura.