Tamponamento a catena chi paga? Casistiche, colpe e iter risarcitorio

Tamponamento a catena chi paga

Il quesito "Tamponamento a catena chi paga?" È tuttora molto sentito tra gli automobilisti, in quanto risulta essere più complesso di quel che sembra a un'analisi di superficie. Il tamponamento a catena coinvolge più veicoli in una stessa dinamica accidentale e la legge non sempre è chiara nell'individuare le responsabilità, in particolare distinguendo tra mezzi fermi o in movimento. Diventa quindi di estrema importanza la perizia di professionisti del settore, in grado di valutare con cognizione di causa tutti gli aspetti tecnico-legali correlati all'incidente.

Soltanto un'agenzia specializzata come Infortunistica Veneta, grazie a un'esperienza ultradecennale e a operatori adeguatamente formati, è in grado di supportare il danneggiato nell'intero iter risarcitorio  post incidente auto per maltempo o per altre ragioni, ricostruendo l'esatta dinamica attraverso indagini approfondite e assicurando che sia applicata correttamente la normativa vigente.

Ciò al fine di stabilire in modo inconfutabile se e come attribuire responsabilità e far ottenere al conducente che ha subito danni l'effettivo ristoro cui ha diritto. Solo affidandosi a professionisti specializzati è possibile gestire con successo anche i casi più complessi.

Tamponamento a catena chi paga: cosa si intende

Il tamponamento a catena è un particolare incidente stradale che coinvolge più veicoli e che solleva dubbi sulla definizione delle responsabilità e sul risarcimento dei danni.

È importante chiarire cosa si intenda esattamente per "tamponamento a catena" onde poter precisare correttamente di chi sia l'obbligo di risarcimento danni in simili situazioni. Secondo la più recente giurisprudenza in materia, l'espressione si applica a qualsiasi incidente che coinvolga più veicoli incolonnati sulla stessa corsia nello stesso senso di marcia. Questa definizione, introdotta da una sentenza della Corte di Cassazione del giugno 2022, include sia i casi di veicoli fermi che quelli in movimento, a prescindere dalla dinamica.

Ciò premesso, risulta fondamentale distinguere le varie situazioni. Nel caso di veicoli parcheggiati o fermi in colonna a causa, ad esempio, di un semaforo rosso, è consolidato che il principale responsabile sia il conducente che tampona per primo, ovvero l'ultimo della fila. Diverso è il caso di mezzi in movimento, dove per stabilire le responsabilità secondo l'articolo 2054 del Codice Civile bisogna verificare che ogni singolo guidatore abbia mantenuto le adeguate distanze di sicurezza, facendo tutto il possibile per evitare l'incidente. Solitamente è escluso solo il primo della fila, che di fatto subisce il danno ma non lo causa.

Pertanto, nel caso di si voglia capire nel tamponamento a catena chi paga, la risposta è da ricercare nelle dinamiche dell’incidente stesso, ma può essere riassunta così: l'ultimo nel caso di auto ferme e incolonnate, mentre negli altri casi è onere di ciascun conducente dimostrare di non aver avuto responsabilità, fatta eccezione per il primo. Proprio per la specificità e complessità di tali casi, risulta raccomandabile affidarsi a un'agenzia infortunistica stradale esperta, in grado di gestire correttamente tutte le pratiche risarcitorie.

Tamponamento a catena responsabilità: come stabilirla

La definizione delle responsabilità in caso di tamponamento a catena è una questione tecnico-legale delicata che richiede una puntuale analisi della dinamica dell'incidente. Come noto, il tamponamento a catena si verifica quando più veicoli incolonnati sulla stessa corsia subiscono un effetto a catena dopo il primo urto. Ma come stabilire le effettive responsabilità di ciascun conducente?

A tal proposito è indispensabile, come abbiamo visto, distinguere tra veicoli fermi, in colonna e mezzi in movimento. Nel primo caso, consolidato è che a pagare l'indennizzo incidente stradale, oltre ai danni causati all'auto che lo precede, sia il guidatore che tampona per primo, ovvero l'ultimo della fila. Più complessa la materia nel caso di veicoli in transito. Qui, l'art.2054 del Codice Civile impone di risarcire i danni a cose e persone a chi non dimostri di aver fatto tutto il necessario per evitare l'urto. In particolare specifica quanto segue:

«2054. Circolazione di veicoli. Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è         obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno [c.c. 2947].

Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli

[c.c. 2055].

Il   proprietario   del   veicolo o, in sua vece, l’usufruttuario [c.c.  978]  o l'acquirente con patto di riservato dominio [c.c.  1523], è responsabile in solido col conducente, se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà.

In ogni caso le persone indicate dai commi precedenti sono responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione o da difetto di manutenzione del veicolo [c.c. 2053].».

Il testo del comma 2, dell'art. 2947 del codice civile è il seguente:

«Per   il   risarcimento   del   danno prodotto dalla circolazione dei veicoli di ogni specie il diritto si prescrive in due anni [c.c. 2054, 2767, 2952].». 

Di norma è pertanto escluso dalle responsabilità solo il primo della serie. Gli altri conducenti devono comprovare di aver mantenuto le dovute distanze di sicurezza, facendo quanto in loro potere per arrestare la catena.

Solo un'attenta ricostruzione della dinamica dei fatti e un'approfondita perizia tecnica possono chiarire, alla luce della normativa e della giurisprudenza, chi effettivamente debba farsi carico del tamponamento. Fattori questi che sottolineano l'importanza di affidarsi ad associazioni di categoria specializzate nell'iter risarcitorio.

Risarcimento danni tamponamento a catena: come gestire la pratica e perché affidarsi a un’agenzia di infortunistica stradale

Gestire correttamente la pratica di risarcimento danni in caso di tamponamento a catena risulta particolarmente complesso a causa del coinvolgimento di più veicoli. Una volta determinate, a seguito di accurata perizia, le effettive responsabilità alla luce della normativa civilistica, è fondamentale predisporre tutti gli atti necessari affinché le compagnie assicuratrici possano provvedere all’incidente stradale risarcimento dovuto.

A tal fine è buona norma redigere il cid e acquisire tutta la documentazione utile a ricostruire la dinamica, come rilievi fotografici e dichiarazioni dei presenti. Successivamente è compito di chi effettivamente deve pagare avviare la procedura assicurativa per ottenere l'indennizzo danni da corrispondere alle controparti coinvolte nel sinistro.

Data la complessità degli aspetti giuridici, tecnici e assicurativi da valutare, risulta fortemente consigliabile affidare la gestione di tali pratiche a un'agenzia di infortunistica stradale specializzata nel settore, come Infortunistica Veneta. Gli esperti sono in grado di seguire da vicino tutte le fasi di accertamento delle responsabilità e indennizzo, assistendo il danneggiato ed evitando errori nelle procedure risarcitorie che potrebbero pregiudicare il diritto al risarcimento danni.

Infortunistica Veneta: gestione degli infortuni

Infortunistica Veneta tutela i vostri interessi, perché possiate ottenere il giusto risarcimento da infortuni o sinistri di qualunque tipologia.

Affidarsi a professionisti dell’infortunistica come il nostro staff significa beneficiare di una consulenza e di un’assistenza professionale atta ad alleggerire una situazione per voi già pesante. Tutta la parte burocratica relativa alla gestione del risarcimento da infortuni - periti, raccomandate, adempimenti di legge ecc. - diventeranno il nostro compito quotidiano, facendo valere i vostri diritti nelle sedi opportune nel minor tempo possibile e puntando ad una soluzione realmente equa.

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Cosa dicono di noi e di come lavoriamo.

Pietro

Quando divenni cliente di Infortunistica Veneta ero sul letto di un ospedale: a seguito di un terribile incidente stradale la mia vita era appesa a un filo. A seguito di un forte trauma a una vertebra cervicale e una lesione spinale la mia aspettativa di tornare a camminare era bassissima.

Giuseppe

Mi chiamo Giuseppe, ho 53 anni e mia madre è morta per un’infezione ospedaliera. Nel 2013 aveva 85 anni: un giorno cadde in casa, si ruppe un femore, fu ricoverata in un ospedale della provincia di Bologna e subì quello che può essere considerato un intervento di routine.

Paola

Il vero risarcimento per la morte di mio fratello è stata l’umanita! Un incidente stradale mi ha strappato mio fratello. Sono stati giorni, mesi e anni terribili e oggi, ancora, non riesco a parlarne senza soffrire profondamente per l’ingiustizia terribile per quello che successe.

Pietro

Mi chiamo Pietro Orlando, avevo 63 anni, e finalmente mi stavo godendo la pensione, quando un incidente stradale d’un tratto mi ha cambiato la vita. Una macchina che attraversava il paese nel senso opposto al mio, ha mancato una precedenza e svoltando mi ha colpito in pieno.

Ermanno

Mi chiamo Fogli Ermanno e sono un cliente riconoscente a Infortunistica Veneta. Avevo 32 anni, ero fermo a uno stop pronto a immettermi sulla Romea, quando come un fulmine che squarcia il cielo mi piombò addosso un camion che aveva perso il controllo.

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