Malasanità, danni morali e fisici. Il caso di chi aveva perso tutto ed è stato risarcito grazie a Infortunistica Veneta
I casi di malasanità negli ultimi anni, riempiono di titoli giornali e telegiornali. L'attenzione mediatica e il clamore di casi macroscopici spingono quotidianamente pazienti e famigliari a stare all'erta, ma non sempre l'errore medico ha conseguenze dirette, anzi, spesso, un caso di malasanità anche non grave può generare traumi psicologici con conseguenze devastanti sulla vita di chi lo subisce a cui si sommano inevitabili danni patrimoniali.
Capita, poi, che di fronte a rimostranze dirette del paziente al medico responsabile, per casi anche macroscopici di malasanità, la questione venga sbrigativamente liquidata come prassi del protocollo medico.
Non tutti hanno la forza per battersi per i propri diritti e piuttosto che perseguire vie legali che gli rendano giustizia restano intrappolati a vita nelle conseguenze di un errore medico.
Rispolveriamo questo vecchio caso per darvi un'idea di quanto sia importante non perdere la speranza: i danni fisici causati dalla malasanità e i danni morali possono essere riconosciuti in maniera congrua se a tutelarti c'è una professionalità seria e animata da un profondo senso di giustizia.
Nel marzo del 2012 un nostro ex assistito si presentò alla nostra sede di Taglio di Po e ci raccontò che il 01 giugno 2011 era stato operato per neoplasia vescicale infiltrante e di alto grado.
Ci disse che, secondo lui, le cose non erano andate nel verso giusto e che avrebbe voluto approfondire ciò che gli era realmente accaduto ma, purtroppo, a causa della malattia e delle conseguenze di quello che lui riteneva un caso di malasanità aveva perso il lavoro e quindi, testuali parole: “non era in grado di difendersi”.
Di fronte a episodi di malasanità i danni morali, le conseguenze psicologiche sulla vittima, hanno risvolti legati alla sua vita personale e spesso importanti conseguenze sulla capacità di gestire il lavoro.
Fu questa disperata ammissione di impotenza a spingerci ad impegnare le risorse di Infortunistica Veneta in questo caso di malasanità non semplice, con danni morali e patrimoniali.
Ci facemmo carico di tutte le esigenze del malcapitato: in pochi giorni individuammo un medico legale che potesse studiare il caso senza influenze ambientali, rivolgendoci ad un professionista che operava in un’altra regione.
Il medico legale, quando si vide recapitare la voluminosa documentazione sanitaria, iniziò la prima fase di studio poi - con l’onestà intellettuale che lo distingueva - ci fece presente la necessità di far intervenire anche un urologo ed un oncologo per accertare in maniera approfondita che questo caso di malasanità con conseguenti danni morali fosse effettivamente da imputarsi ad errore medico.
Noi naturalmente acconsentimmo e, contemporaneamente, cominciammo ad investire in nutriti fondi spesa.
Una volta terminata la fase di studio e riconosciuto l'errore medico ospedaliero, per poter completare la perizia ci venne richiesto di far intervenire uno psicologo per approfondire gli aspetti di natura psicologica e valutare se l’evento nocivo aveva provocato danni post traumatici da stress e quindi, di conseguenza, accertare i danni morali.
Infatti il paziente, a causa della travagliata questione, aveva avuto un crollo psicologico: aveva perso tutto, salute, tranquillità, lavoro e tutto ciò che ne consegue tra cui la perdita di guadagno e, di conseguenza, un enorme danno patrimoniale.
Una volta ricevuto il dossier - composto da ben quattro pareri specialistici - inoltrammo la richiesta danni all’ospedale il quale, tramite la propria assicurazione, ci fece rispondere che tutto era stato fatto “in conformità con i protocolli medici” per cui avrebbero archiviato la pratica senza dare alcun seguito.
Ma noi di Infortunistica Veneta, non volevamo cedere: così promuovemmo un incontro di mediazione che non ebbe alcun seguito visto che né l’ospedale né la loro assicurazione si presentarono.
A questo punto non ci rimaneva altro che notificare un atto di citazione questo rappresentò altro tempo di attesa per il nostro cliente ad altri anticipi spese per noi, ma bisognava andare avanti con il Tribunale. Bisognava farlo, perché era giusto farlo.
Una volta notificato l’atto, la compagnia capì che non ci saremmo arrestati davanti a nulla per cui - dopo una breve ma intensa trattativa - offrì 300.000 euro di risarcimento al cliente più il saldo degli onorari.
Offerta che il nostro assistito decise di accettare.
Mai come in questo caso siamo stati orgogliosi di poter agire da sponsor per finanziare una persona senza possibilità economiche, così che potesse far valere i propri diritti e non dovesse mai più dover dire che:
“non era in grado di difendersi”.