Danno da perdita parentale: la ricerca di criteri oggettivi per la quantificazione del risarcimento del danno affettivo

Danno da perdita parentale

Il danno da perdita parentale, conseguente al decesso di un congiunto, è considerata una delle casistiche risarcimenti maggiormente complesse da un punto di vista giuridico-assicurativo. Ciò deriva principalmente dalla difficoltà di quantificare in maniera obiettiva ed equa il danno morale subito a seguito della perdita del rapporto affettivo con la persona cara.

Riuscire a dimostrare di fronte alla compagnia assicuratrice l'esistenza e la solidità del legame interpersonale venuto meno, nonché ottenere il corretto inquadramento della fattispecie secondo i parametri previsti dalle tabelle di riferimento (Tribunale di Roma o Milano), risulta operazione tutt'altro che agevole per un non esperto.

A ciò si aggiunge l'alto numero di variabili in gioco da valutare con attenzione per non rischiare una liquidazione al ribasso, quali l'età del congiunto deceduto e del superstite, l'eventuale convivenza e la presenza di ulteriori congiunti.

Proprio per la delicatezza di queste pratiche e le insidie legislative, si rende necessario dotarsi del supporto di una struttura specializzata in infortunistica stradale, in grado di gestire con professionalità ogni fase istruttoria per conto del danneggiato, tutelandone i diritti e aumentandone le probabilità di ottenere un risarcimento equo del danno da perdita parentale.

Danno da perdita parentale: cos’è e quali sono le difficoltà nella quantificazione del danno

Il danno da perdita parentale, definito anche danno morale o danno non patrimoniale, si riferisce al risarcimento concesso a colui che, in seguito a un evento lesivo come un incidente stradale o un atto di malasanità, ha subito il decesso di un familiare con il quale aveva instaurato uno stabile e solido rapporto affettivo (genitore, figlio, coniuge).

Quantificarlo in termini economici risulta particolarmente complesso poiché si tratta di stimare in denaro la sofferenza per la perdita del rapporto umano e le conseguenze sul proprio equilibrio psicofisico. L'ostacolo maggiore, infatti, consiste nel dover attribuire un valore pecuniario a fattori del tutto oggettivi come la qualità del legame familiare e l'intensità affettiva, variabili da caso a caso.

Per ovviare a ciò e garantire equità nei risarcimenti, i tribunali si avvalgono di tabelle che fissano parametri di riferimento basandosi su elementi concreti come l'età del congiunto deceduto e del superstite, il vincolo di parentela, la loro eventuale convivenza.

Tuttavia, permanenti difficoltà nell'individuare criteri realmente idonei hanno dato luogo a diversi modelli tra cui quello milanese e quello romano. Proprio per fornire l'ausilio tecnico necessario a valutare e documentare nel modo più esaustivo possibile ogni circostanza, risulta indispensabile rivolgersi a un'agenzia infortunistica specializzata nella gestione di queste pratiche.

Danno da perdita del rapporto parentale: il percorso verso tabelle nazionali uniche

La liquidazione equa del danno da perdita del rapporto parentale ha da tempo posto in evidenza la necessità di parametri condivisi sull'intero territorio nazionale, al fine di garantire uniformità di trattamento. Tuttavia, la lunga applicazione di sistemi diversi come le tabelle del Tribunale di Milano e quelle del Tribunale di Roma ha a lungo ostacolato tale obiettivo.

Negli ultimi anni, il progressivo allineamento della giurisprudenza di legittimità alla valorizzazione dei criteri del modello romano, unitamente alla revisione delle tabelle milanesi in linea con esso, ha segnato un importante passo verso la definizione di criteri condivisi.

In particolare, l'introduzione da parte del Tribunale meneghino di tabelle basate su un sistema a punteggio imperniato sulle medesime variabili considerate in quello capitolino (età, parentela, convivenza ecc...) ha avvicinato notevolmente i due schemi applicativi. Tuttavia, la Corte di Cassazione recentemente auspica il superamento delle fonti locali a favore di una tabella unica nazionale, frutto del lavoro congiunto degli osservatori forensi.

Risulta pertanto auspicabile un approfondito confronto tecnico tra esperti, supportato ad esempio dall'analisi dei dati raccolti da uno studio infortunistica stradale multiregionale. Solo ciò può accelerare l'adozione di criteri risarcitori pienamente omogenei sull'intero territorio.

Calcolo danno da perdita parentale: perché conviene rivolgersi a un’agenzia di infortunistica

La liquidazione del danno da perdita del rapporto parentale presenta elementi di complessità che rendono auspicabile affidarsi a professionisti del settore. Le agenzie operanti nel campo della stima dei danni infortunistici consentono di gestire l'intero processo risarcitorio in maniera puntuale ed efficace. Queste infatti dispongono delle competenze tecniche necessarie per:

  1. Ricostruire accurate anamnesi volte a delineare i risvolti umani e relazionali scaturiti dall'evento lesivo, parametri non sempre agevoli da quantificare;
  2. Dimostrare i requisiti per l'applicazione delle tabelle di riferimento, sia in termini anagrafici che di rapporto preesistente;
  3. Raccogliere e valorizzare ogni elemento utile a comprovare la congruità della liquidazione prospettata, aumentandone così le probabilità di accettazione;
  4. Effettuare stime conservative che prevedano una personalizzazione dell'indennizzo a tutela della controparte;
  5. Gestire le interlocuzioni con compagnie assicuratrici evitando deleghe prolungate al cliente non specializzato.

Ciò consente di pervenire a una quantificazione equa del danno da perdita parentale che, con il supporto di professionisti del settore, risulta più accurata, documentata e difficilmente impugnabile.

Infortunistica Veneta: gestione degli infortuni

Infortunistica Veneta tutela i vostri interessi, perché possiate ottenere il giusto risarcimento da infortuni o sinistri di qualunque tipologia.

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Pietro

Quando divenni cliente di Infortunistica Veneta ero sul letto di un ospedale: a seguito di un terribile incidente stradale la mia vita era appesa a un filo. A seguito di un forte trauma a una vertebra cervicale e una lesione spinale la mia aspettativa di tornare a camminare era bassissima.

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Mi chiamo Giuseppe, ho 53 anni e mia madre è morta per un’infezione ospedaliera. Nel 2013 aveva 85 anni: un giorno cadde in casa, si ruppe un femore, fu ricoverata in un ospedale della provincia di Bologna e subì quello che può essere considerato un intervento di routine.

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Il vero risarcimento per la morte di mio fratello è stata l’umanita! Un incidente stradale mi ha strappato mio fratello. Sono stati giorni, mesi e anni terribili e oggi, ancora, non riesco a parlarne senza soffrire profondamente per l’ingiustizia terribile per quello che successe.

Pietro

Mi chiamo Pietro Orlando, avevo 63 anni, e finalmente mi stavo godendo la pensione, quando un incidente stradale d’un tratto mi ha cambiato la vita. Una macchina che attraversava il paese nel senso opposto al mio, ha mancato una precedenza e svoltando mi ha colpito in pieno.

Ermanno

Mi chiamo Fogli Ermanno e sono un cliente riconoscente a Infortunistica Veneta. Avevo 32 anni, ero fermo a uno stop pronto a immettermi sulla Romea, quando come un fulmine che squarcia il cielo mi piombò addosso un camion che aveva perso il controllo.

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