Corsia ciclabile e casa avanzata: di cosa si tratta
L’articolo 229 del decreto n. 34 del 19 maggio 2020, meglio conosciuto come Decreto Rilancio, presenta alcune importanti novità volte ad incentivare la progettazione rapida di piste ciclabili nelle città italiane e, di conseguenza, la mobilità lenta tra i cittadini.
Casa avanzata e corsia ciclabile: tutto quello che c’è da sapere.
Casa avanzata e corsia ciclabile rappresentano due definizioni di fondamentale importanza all’interno dell’articolo 220 al comma 3, che vanno ad apportare precise modifiche rispetto alle norme contenute nel Codice della Strada.
Le modifiche in questione introducono nel decreto legislativo 285 del 1992, il Codice della Strada, due strumenti già utilizzati in alcune città d’Europa al fine di modificare la strada a tempi e costi ridotti con risultati considerevoli: la casa avanzata e la corsia ciclabile.
La corsia ciclabile: definizione e vantaggi.
Il comma 3, lettera a, dell’articolo 229 del Decreto Rilancio prevede l’inserimento all’interno dell’articolo 3 del Codice della Strada, relativo agli elementi che compongono la strada, la cosiddetta corsia ciclabile, meglio definita come “una parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede”.
La definizione sopracitata non descrive altro che un apposito spazio destinato ai ciclisti da inserire sul lato destro della corsia, delimitato tramite utilizzo di vernice. A tal proposito, una simile definizione è contenuta anche all’interno di un decreto ministeriale del 2000, relativo alla realizzazione delle piste ciclabili, in cui le corsie ciclabili sono presentate come ‘corsie riservate’.
Le corsie del decreto di allora, tuttavia, presentano alcune sostanziali differenze: non era infatti prevista la linea discontinua, grazie a cui poter affiancare un parcheggio alla corsia, ed era richiesta un’ampiezza minima di 1,5 metri, limite che ne impedì la realizzazione in strade particolarmente strette.
L’assenza di aggiornamenti sulle norme ha inoltre fatto sì che venissero costruite solamente dalle amministrazioni più creative, come ad esempio quella di Reggio-Emilia, comune dell’Emilia-Romagna.
In un primo momento era stato ipotizzato di destinare l’utilizzo delle corsie ciclabili anche alle moto, idea che fu fonte scatenante di numerose proteste da parte di gruppi di ciclisti; il documento finale tuttavia indica chiaramente che la corsia si rivolge ai velocipedi, termine che all’interno del Codice della Strada sta ad indicare le biciclette e, più genericamente, ogni forma di veicolo mosso grazie alla sola forza muscolare del conducente.
Oltre alla rapidità delle tempistiche e la convenienza economica, la corsia ciclabile presenta una serie di importanti vantaggi per il ciclista, primo fra tutti una maggiore visibilità. Secondo alcuni esperti infatti, gli automobilisti tendono ad avvertire le piste ciclabili e i percorsi ciclo-pedonali come elementi distinti dal resto della carreggiata: questo comporta che gli venga prestata molta meno attenzione. Se, al contrario, si consente alle biciclette di transitare al lato della strada, e quindi più vicino alle auto, le si rende più visibili e si porta l’automobilista a prestare maggiore attenzione.
Il principale svantaggio, soprattutto per gli utilizzatori della corsia ciclabile, consiste nell’assenza di barriere di separazione e in una conseguente maggiore esposizione alle manovre potenzialmente pericolose degli automobilisti, al parcheggio irregolare dei veicoli sul tracciato e all’apertura degli sportelli da parte delle auto in sosta.
È tuttavia doveroso sottolineare come alcuni di questi rischi possano essere ridotti, se non addirittura eliminati, attraverso una combinazione tra soluzioni strutturali, consuetudine e prudenza.
Allo stato attuale, sembra che le amministrazioni italiane stiano ancora sperimentando la validità di questo strumento: qualora le corsie ciclabili dovessero funzionare, verranno mantenute; in caso contrario, sarà sufficiente la giusta dose di vernice nera per farle scomparire.
La casa avanzata: che cos’è?
Un’altra importante novità contenuta all’interno del Decreto Rilancio, e ancora poco nota in Italia, è la ‘casa avanzata’, definita come “una linea di arresto per le biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli”.
In pratica, si tratta di uno spazio riservato ai ciclisti negli incroci con presenza di semaforo.
Il comma 3, lettera b, presenta indicazioni ancora più precise: è infatti richiesto che la casa avanzata sia “posta a una distanza pari almeno a 3 metri rispetto alla linea di arresto stabilita per il flusso veicolare” e che rimanga riservata esclusivamente alle biciclette. In tal modo, in corrispondenza di un semaforo, i ciclisti potranno disporsi davanti alle auto, rendendosi più visibili agli automobilisti e respirando meno smog.
L’introduzione di questo strumento fa seguito ai dati allarmanti della Commissione Europea aggiornati al 2018, in cui si constata che un omicidio stradale su cinque avviene in corrispondenza di un incrocio. La casa avanzata rappresenta dunque una valida soluzione per rendere più sicuro il transito dei ciclisti.